Woobinda by Aldo Nove

Woobinda by Aldo Nove

autore:Aldo Nove [Nove, Aldo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Il Saggiatore
pubblicato: 2024-02-07T23:00:00+00:00


Lotto numero cinque

La merda

Mia madre ha scoperto che tengo la merda nel comodino.

A causa dell’odore che incominciava a diffondersi in tutta la casa. A voglia, deodoranti! La puzza, sempre più persistente, la fece dapprima pensare a un guasto.

Non era nessuna tubatura. Nessuna fuga di gas. Neppure cadaveri di topo, nulla.

Sono io, che tengo la merda nel comodino.

Mi chiamo Edoardo, ho diciotto anni, sono dell’Ariete.

Alla merda sono arrivato per gradi. Ho cominciato a fare considerazioni sul colore…

Marrone come la terra.

A me piace la terra.

Sui cartelloni che facevamo alle elementari il mondo era un’immensa palla di tutti i colori.

In realtà è blu (i mari) e marrone.

Bisogna rispettare, sempre e in ogni cosa, i colori giusti…

Mi fa ridere che nelle pubblicità rovescino sugli assorbenti e sui pannolini liquidi sempre blu.

Io, da bambino credevo di pisciare molto sbagliato, perché pisciavo giallo.

Guardavo la tele e la piscia era blu.

Ma è la pubblicità che modifica le cose.

Se ci avete mai fatto caso, nelle pubblicità non c’è mai merda.

Questo è uno dei motivi per cui la conservo. Se la facessero vedere alla tele, sarebbe verde.

O blu, come la piscia.

So che mia madre ha fatto finta di nulla. L’ha buttata via semplicemente.

A cena, mangiava rassegnata, con la faccia china.

Si sentiva solo il rumore delle posate e, ogni tanto, uno dei suoi lunghi sospiri. Quelli delle grandi occasioni. Come quando lo zio è finito sotto una macchina. O quando le è caduta nel cesso la collanina d’oro.

Erano anni che non la sentivo sospirare così. Le gridai che cazzo c’era. Rimase zitta, come al solito, guardando le rasagnole.

Le spinsi la faccia dentro il piatto. E che se lei si guardava quelle trasmissioni di merda, anch’io potevo tenerla nel cassetto.

Non potevo mai decidere io, cosa vedere alla sera.

Per alcuni mesi sono uscito con una ragazza, andavamo al bar.

Lei si portava dietro sempre lo stesso libro e mi leggeva sempre le stesse frasi. Allende, l’autore: quello che tutte le donne, sul metrò, leggono. Spero che dentro quei libri le parole non siano tutte uguali. Quella ragazza, comunque, non la vidi più.

Era ottobre, la merda la buttavo ancora via.

Mai una volta che decidessi io cosa guardare, la sera. Mi piaceva Milano, Italia. A mia madre no.

Non si può collezionare figurine a trentaquattro anni.

Io, a trentaquattro anni, non ho amici con cui andare a giocare a freccette. O a scala quaranta. Non me ne dispiace affatto.

Bisogna cambiare la situazione politica. Fare qualcosa per questo mondo. Lo pensavo sempre, da bambino.

Oggi, ritengo ch



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